Trent’anni di carcere. È la pena inflitta dal tribunale militare di Roma a Walter Biot, l’ufficiale di Marina accusato di spionaggio che venne arrestato due anni fa, in un parcheggio alla periferia Sud della Capitale, mentre cedeva documenti top secret a un agente russo, in cambio di 5000 euro. Per Biot, che ha assistito in aula alla lettura della sentenza, la procura militare chiedeva l’ergastolo.

Spionaggio, Cassazione: “Biot ha ceduto alla Russia documenti segreti”. Avrà un doppio processo. Ecco perché



“Biot ha fatto commercio di atti segreti ed è stato colto in flagranza” ha sottolineato il sostituto procuratore militare nel corso della requisitoria. La procura militare, guidata da Antonio Sabino, ha contestato a Biot le accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete nè riservate. Nel procedimento sono parti civili la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministro della Difesa.

Nei confronti del capitano di fregata procede anche la procura di Roma che, nell’inchiesta della pm Gianfederica Dito coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione. Biot per queste accuse è sotto processo davanti alla Corte di Assise di Roma.

 

 

By lytetrend

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