MILANO – I costruttori rilanciano ancora il proprio allarme dopo la frenata del governo sui bonus edilizi con lo stop a sconto in fattura e cessione dei crediti. Intervenendo in Commissione Finanze alla Camera, il vicepresidente Stefano Betti ha spiegato che l’Ance esprime “forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto legge sulla cessione dei crediti, che non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Si tratta di circa 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”.
“Dopo un 2022 in cui la crescita dell’economia italiana, grazie al traino del settore delle costruzioni, è stata superiore a quella della Cina (+3,9% contro +3,0%), il decreto infligge un duro colpo all’economia nazionale”, ha detto ancora il vicepresidente Ance, che stima come l’effetto complessivo del decreto “porterà il Paese in recessione, andando oltre l’annullamento della lieve crescita prevista nelle ultime stime della Commissione Ue (+0,8%)”.
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Confedilizia: “Rinviare lo stop”
Anche da parte di Confedlizia, l’associazione dei propiretari immobiliari, è arrivata la richiesta al governo a tornare sui propri passi. È necessario “consentire fino al 30 aprile l’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura e mantenere questo meccanismo per gli interventi nelle unità immobiliari indipendenti, che riguardano nel 2023 le famiglie a basso reddito”, ha detto il presidente Giorgio Spaziani Testa, in audizione presso la commissione Finanze della Camera.
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Confedilizia ha chiesto, tra le varie proposte, di “permettere l’utilizzo del Superbonus al 110 o al 90 per cento anche per le spese sostenute fino al 30 giugno 2024; prevedere, in capo dei beneficiari, la possibilità di trasformare la detrazione in credito d’imposta; disporre che le detrazioni non usufruite nel corso dell’anno di riferimento possano essere utilizzate in anni successivi”. Serve poi, ha proseguito Spaziani Testa, “mantenere forme di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi di miglioramento sismico e di eliminazione delle barriere architettoniche”.