TORINO – Difficile ricordare l’ultima volta in cui Juventus e Torino si sono affrontati, nel girone di ritorno, separati da un solo punto in classifica. Merito della bella stagione fin qui disputata dalla squadra di Juric, bloccata nel suo salto di qualità finale da una rosa ristretta e da qualche passaggio a vuoto, ma anche e soprattutto colpa della penalizzazione di quindici punti che si è abbattuta sulla testa dei bianconeri. Sarebbe ancora una volta, senza i quindici punti di handicap, il derby meno equilibrato d’Italia, eppure la sua storia è ricca di colpi di scena, di svolte e di ribaltoni che nella sfida tra bianconeri e granata ha spesso trovato terreno fertile. Principalmente per la Vecchia Signora, che la stracittadina non la perde dal 2015 quando Darmian e Quagliarella risposero a Pirlo dando la vittoria al Torino dopo 20 anni dall’ultimo successo. Basta fare due calcoli per capire che con una vittoria in 28 anni, le gioie sono state principalmente bianconere.
Il trampolino per l’Europa
Il derby del 2015 fu decisamente particolare per il momento in cui arrivò e per le condizioni in cui la Juventus si presentò al calcio d’inizio. Nella testa della squadra di Allegri aleggiava la finale di Berlino contro il Barcellona, ultimo atto del percorso Champions: in campo scesero i titolari Pirlo, Bonucci, Vidal e Morata ma anche seconde linee. Al centro della difesa, proprio come è successo quest’anno all’andata e succederà al ritorno, c’era un ex granata passato dall’altra parte della “barricata”: otto anni fa Ogbonna, oggi tocca a Bremer. Nel finale del derby di aprile 2015 Pirlo prese una traversa su punizione, vanificando il colpo del possibile pareggio: solo qualche mese prima, all’Allianz Stadium, il regista segnò il gol del 2-1 a tempo praticamente scaduto con un gran colpo da fuori area. Eppure il derby più significativo, quello della svolta alla stagione, arrivò qualche mese più tardi: la Juventus era reduce dal ko di Reggio Emilia con il Sassuolo, la panchina di Allegri era in pericolo e i senatori provarono a compattare lo spogliatoio. I bianconeri erano distanti dalla vetta, reduci dal ko in finale di Champions League: il gol di Pogba dopo venti minuti sembrava poter spianare la strada alla rinascita. Il pareggio di Bovo gelò lo Stadium, ma nel finale toccò a Cuadrado al 93′, lo stesso minuto del gol di Pirlo di un anno prima, dare la vittoria alla Juventus facendo di fatto partire la grande rimonta che culminò con la vittoria dello scudetto: il secondo per Allegri, il quinto consecutivo.
Le imprese granata
Se il presente e il recente passato sono a tinte bianconere, anche il Torino si è tolto le sue soddisfazioni nei derby. Il primo che torna in mente è naturalmente quello del 1983, con i famosi “tre minuti e quaranta secondi di tremendismo” granata: sotto 2-0 al 70′, per i gol di Paolo Rossi e Platini, il Torino rimontò accorciando le distanze con Dossena, pareggiando con Bonesso e chiudendo con il gol di Fortunato Torrisi, scrivendo la sceneggiatura di uno dei derby più indimenticabili del calcio italiano. Un anno dopo toccò di nuovo ai granata ricordare il derby con il sorriso dei vincitori: fu ancora Platini a sbloccare la partita, prima del pareggio di Francini. Nel finale ci pensò Serena a colpire di testa la palla che si insaccò nella porta bianconera: secondo posto in classifica per il Toro, gol vittoria per Serena che l’anno successivo, forse anche per quella rete, venne ingaggiato proprio dalla Juventus. Fu il derby della svolta anche quello del 1992, ma non tanto per questioni calcistiche: era il giorno delle elezioni e il presidente del Torino, Borsano, era impegnato sul doppio fronte. Candidato con il PSI da un lato, coinvolto nel derby dall’altro: ci pensò il brasiliano Casagrande con una doppietta a dare la vittoria al Toro. La leggenda, che poggia le fondamenta sulla realtà, racconta che i tifosi estasiati, all’uscita dallo stadio, si recarono alle urne dando a Borsano la seconda gioia di una giornata indimenticabile per lui e per la squadra.
Toro mai vincente all’Allianz, la Juve e lo slancio derby
Da quando la Juventus gioca all’Allianz Stadium il Torino non è mai riuscito a tornare con i tre punti dalla trasferta più breve del campionato. La sfiorò due volte, la prima nel 2017, quando al gol su punizione di Ljajic rispose Higuain in pieno recupero, e nel 2019, quando Lukic portò in vantaggio il Torino prima del pareggio di Ronaldo, che staccò altissimo superando l’esordiente Bremer. Anche quest’anno, però, il derby d’andata è stato un punto di svolta per la Juventus: reduce dal ko con il Monza, dal successo con il Bologna ma anche dai pesantissimi scivoloni con Milan e Maccabi Haifa, la squadra di Allegri vinse il derby per 1-0 grazie a una rete di Vlahovic, dando così il via alla striscia di otto vittorie consecutive senza subire gol. La stracittadina come trampolino di lancio per i bianconeri ma anche per i calciatori: contro la Juventus esordì da titolare in maglia granata Bremer, facendosi superare soltanto nel finale da uno stacco imperioso di Ronaldo, mentre la scorsa stagione il gol-vittoria nel derby fu la consacrazione di Locatelli con la maglia che ha sempre sognato. Tutto nasce e riparte nelle sfide con il Torino: è quello che sperano anche Pogba e i tifosi della Juventus.
Be the first to comment