ROMA – “Lavoro e povero non devono stare più nella stessa frase”. Eccola qui, in sintesi estrema, la Schlein Economy. “Lotta serrata” alla precarietà. “Voltare pagina” dopo gli “errori del Jobs Act”, ma senza ripristinare l’articolo 18. “Abolire gli stage gratuiti e i contratti pirata, portare a casa il salario minimo: perché sotto una certa soglia non è lavoro, è sfruttamento”. Sperimentare “la settimana di lavoro a quattro giorni”, pagati come cinque. “Contrattare l’algoritmo”, perché servono “nuove tutele per il lavoro digitale”, non solo dei rider. E per le partite Iva, basta “lavoro insicuro e fragile”. E ancora: parità salariale tra uomo e donna.
Un mix di modello spagnolo – la regola è il contratto a tempo indeterminato, l’eccezione quello a termine – e modello socialdemocratico del Nord Europa: tanta economia verde e circolare nell’agenda della neo segretaria Pd. Welfare di prossimità perché “non è un costo, ma un investimento che libera il lavoro delle donne”, scuola e sanità pubblica accessibili, volano di buona occupazione e campo di battaglia contro le disuguaglianze: “Bisogna combatterle dove si formano”, dall’asilo.
Disuguaglianze, clima, precarietà sono le tre sfide incrociate alla base dello Schein pensiero. Al punto da sfociare in un “nuovo contratto sociale” tutto da scrivere, in grado di “redistribuire”, eccolo l’altro verbo chiave. Chi ha di più deve contribuire di più: “No a flat tax e condoni, sì a una tassa su successioni e donazioni al livello Ue”. E anche: “Far pagare le tasse a chi le evade”. Spostare il peso del fisco da impresa e lavoratore a “rendite ed emissioni climalteranti”. Eliminare cioè i 22 miliardi all’anno che il Paese spende “per i sussidi ambientalmente dannosi” e reinvestirli “per accompagnare le imprese, soprattutto le piccole e medie, a innovare i processi e inquinare meno”.
Gestire le transizioni epocali: ambientale e digitale. Questa è la chiave del “nuovo contratto sociale” di Schlein. Creare occupazione non basta, “se non è di qualità, se non assicura un’esistenza libera e dignitosa”. E per questo bisogna “cambiare modello di sviluppo: basta con il neoliberismo”. Piuttosto redistribuire: “Ricchezze, sapere, potere, tempo”.
Non c’è spazio per trivelle e nucleare nell’economia immaginata dalla nuova segretaria del Pd. Ce n’è per rilanciare l’edilizia pubblica, le energie rinnovabili, la “riconversione ecologica dell’economia e della società”. Alla parola crescita, Elly Schlein preferisce sviluppo: “Non solo la stessa cosa, l’attuale modello di crescita lineare è insostenibile: produce più inquinamento, più riscaldamento climatico, più disuguaglianze. Parlare di sviluppo sostenibile significa invece costruire un’economia più giusta che migliori il benessere delle persone, preservi il futuro del pianeta e sconfigga la povertà”. La Schlein Economy.