Un assegno massimo da 500 euro per le famiglie caratterizzate dall’assenza di “occupabili”; in caso questi ultimi ci siano, bonus da 375 euro. Durata del sostegno tagliata, con un meccanismo a calare, così come i tetti reddituali per accedere. Coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private, controlli per evitare i furbetti e conciliazione con i redditi da lavoro per evitare la tentazione del disimpegno.
Ecco i cardini del nuovo Reddito di cittadinanza, in lavorazione tra Ministero del Lavoro e Tesoro dove si stanno limando ancora le cifre in considerazione delle risorse disponibili: già la legge di Bilancio ha tagliato la spesa di 1 miliardo, l’obiettivo è di andare a risparmiarne 2-3 a regime. Cambierà anche il nome, diventerà Mia che sta per Misura di inclusione attiva.
Più limiti per le famiglie “occupabili”
La Legge di Bilancio ha dato tempo sette mesi al Reddito di Cittadinanza, poi scatta la tagliola. Nel mirino sono soprattutto i 440mila beneficiari che sono considerati “occupabili” ovvero non hanno figli minori, non sono disabili o anziani. Per loro, in manovra, l’esecutivo aveva inserito sei mesi di formazione obbligatoria, una offerta di lavoro unica da accettare e l’obbligo di terminare la scuola dell’obbligo per non perdere il sussidio. Ora si prefigura un percorso di sostegno anche per loro, oltre che per chi non è considerato occupabile, ma con forti limiti.
Le due platee della Mia
L’obiettivo della ministra Calderone è di portare in Cdm la riforma e al tavolo dei sindacati. La Mia dovrebbe partire, poi, da dopo l’estate.
La divisione fondamentale sarà tra famiglie povere di occupabili e non: queste ultime hanno almeno un minorenne, un over 60 o un disabile. Sono invece occupabili i nuclei senza queste tipologie soggetti e con almeno una persona tra 18 e 60 anni.
Il requisito reddituale per entrare nel sostegno, ovvero l’Isee, dovrebbe esser tagliato di oltre 2mila euro per arrivare a 7.200 euro, con una più generosa scala di equivalenza per aiutare maggiormente le famiglie di più componenti.
Tra le famiglie di occupabili e non cambieranno tempi del sostegno e valore dell’assegno. Per gli occupabili – che al momento hanno assicurato il Rdc solo per sette mesi del 2023 – l’assegno di base (per un single) va verso una riduzione a 375 euro (per quanto, come detto, sulle cifre non ci sia ancora il punto di caduta finale) e la durata massima verso i 12 mesi.
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Per le altre famiglie, quella senza gli occupabili, l’importo base dovrebbe restare di 500 euro con durata confermata a 18 mesi.
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Il dubbio del decalage
Sul tavolo è stata messa anche l’idea di un decalage del beneficio, ovvero il taglio agli orizzonti dei rinnovi, che però non sarebbe inserita nel piano di riforma del Ministero del Lavoro. Una opzione che la Lega caldeggia è quella di tagliare, per i non occupabili, la Mia dalla seconda domanda da 18 a 12 mesi, con almeno un mese di stacco tra un ciclo di benefici e l’altro (già previsto oggi). Ancor più aggressiva sarebbe la revisione della seconda tranche per gli occupabili, di durata dimezzata a sei mesi e la previsione di 18 mesi d’attesa prima di presentare la terza domanda.
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Offerte irrifiutabili
Su questo versante la riforma prevede il coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro al fianco dei Cpi: insieme lavoreranno sugli occupabili, con una piattaforma online dedicata all’incrocio di domanda e offerta. L’iscrizione sarà obbligatoria e i beneficiari della Mia – una volta fatti tutti i controlli del caso per evitare irregolarità – perderanno l’assegno anche in presenza di un solo rifiuto a una offerta di lavoro congrua (sarà tale se proveniente dalla propria provincia o da quelle confinanti). Per i non occupabili, invece, resta il percorso di inclusione sociale dei servizi del proprio Comune.
La Mia – che prevede un rafforzamento dei controlli – sarà in un certo senso cumulabile con un reddito: si allargheranno infatti le maglie della norma che già oggi consente ai percettori di Rdc di ricevere fino a 3mila euro come stagionale o intermittente. Si includeranno infatti tutti i tipi di lavoro dipendente tra quelli ammessi anche in presenza della Mia e nel caso di redditi superiori sarà previsto un congelamento dell’assegno Mia per la durata del contratto, ma poi il beneficio ripartirà.
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