Il blitz è fallito. È stato ritirato, infatti, l’emendamento presentato dalla maggioranza per modificare l’elezione dei sindaci nei Comuni con più di 15 mila abitanti e che di fatto avrebbe cancellato il ballottaggio. Ad annunciarlo è il senatore di Forza Italia, Adriano Paroli, uno dei tre firmatari insieme a Lega e FdI. La modifica – proposta da FI, FdI e Lega, al disegno di legge sul quorum di validità delle elezioni comunali, che è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato – è stata duramente contestata dalle opposizioni, che l’hanno definita un “colpo di mano”.

L’emendamento

Dopo la vittoria alle Regionali, il centrodestra ha dunque tentato il colpo di mano sulle Comunali. E le opposizioni hanno subito alzato le barricate. Lo scontro si è consumato in commissione Affari costituzionali al Senato, dove Lega, Fratelli d’Italia e FI hanno presentato un emendamento al disegno di legge sul computo dei votanti per la validità delle elezioni comunali che, di fatto, avrebbe cancellato il secondo turno nei Comuni sopra ai 15mila abitanti.

La denuncia arriva da Dario Parrini e Andrea Giorgis del Pd, che spiegano: “È un colpo di mano inaccettabile. Il centrodestra ha ripresentato un gravissimo emendamento con cui prova a modificare il sistema elettorale dei Comuni sopra i 15 mila abitanti per cui chi supera il 40% dei voti verrebbe immediatamente eletto. Questo fa sostanzialmente venir meno il principio del ballottaggio, perché estende ai Comuni grandi (come Milano e Roma, ad esempio) il sistema elettorale della Sicilia o delle Regioni”.

Per questo motivo, Pd, Terzo Polo, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra parlano di “golpe” del centrodestra e hanno chiesto la convocazione straordinaria della Giunta per il regolamento del Senato sull’emendamento della maggioranza. Il ddl è infatti atteso in Aula a Palazzo Madama nel pomeriggio, ma l’iter si è bloccato in commissione Affari costituzionali che non ha ancora concluso i suoi lavori. “Abbiamo visto tutto nella storia della Repubblica, ma una legge elettorale modificata per emendamento mai”, sottolinea Parrini. Concorda Mariastella Gelmini di Azione, che parla di “atteggiamento irresponsabile e irrispettoso” da parte della maggioranza.

“Questo disegno di legge – spiega Ivan Scalfarotto di Italia Viva –  è un provvedimento approvato all’unanimità nella scorsa legislatura e poi decaduto per lo scioglimento delle Camere. Il regolamento del Senato dà la possibilità di riprenderlo con la procedura accelerata e in effetti è ripartito così. Ma il problema – aggounge – è che, su un provvedimento che riguarda i piccoli Comuni, la maggioranza attraverso un emendamento cerca di far passare una modifica importante alla legge sui sindaci. E lo fa approfittando della velocizzazione di un provvedimento consentita per regolamento e che tutti abbiamo concordato”.

Scalfarotto poi precisa: “Quello che diciamo alla maggioranza è ‘se avete i numeri per approvarlo, presentate un disegno di legge e ne parliamo con l’Anci, facciamo audizioni con costituzionalisti’, perché con questa norma c’è il rischio che un candidato venga eletto se supera il 40% dei voti. Invece, anche il rappresentante del governo in commissione ha detto di fare attenzione perché così si aumenta il rischio di avere ‘sindaci anatre zoppè cioè eletti ma senza la maggioranza in Consiglio comunale”.

By lytetrend

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