È successo di tutto al “Viviani” di Potenza durante e dopo la gara tra la squadra locale e il Taranto, valida per il 29° turno del girone C di Serie C. A 8 minuti dalla fine, sul punteggio di 1-0, lo jonico Labriola aveva trovato la parabola perfetta su punizione: palla sulla traversa e poi sulla linea di porta. Un fotogramma chiariva il dilemma: la palla era nettamente dentro. Per tutti, ma non per l’arbitro Virgilio, che ha lasciato correre. In C non ci sono Var e goal-line technology, la terna arbitrale va “a spanne”, come ai vecchi tempi. Al termine della gara, vinta dai lucani, è scoppiato un parapiglia tra i giocatori. A quel punto è intervenuto il focoso tecnico tarantino Eziolino Capuano, che ha inseguito l’arbitro armeggiando un cellulare, con l’intento di mostrargli il fotogramma del pallone fermo al di là della linea di porta. Niente da fare. All’ennesimo rifiuto da parte dell’arbitro, Capuano ha scagliato via il telefonino. Il Taranto ha proclamato il silenzio stampa a data da destinarsi “onde evitare ulteriori conseguenze e sanzioni, oltre a quelle che sul campo oltremodo hanno condizionato e continuano a condizionare il nostro campionato”. Il Taranto è 14°, a +5 sulla zona retrocessione.
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