Alzi la mano chi, tra i ragazzi dei primi Duemila, non ha sfoderato almeno una volta di tasca il nuovo record a “Snake”. O chi, a distanza di anni, non ricorda con una vena di tech-nostalgia il fatto che “potevano cadere dal balcone e non si rompevano”. I telefonini della Nokia dominavano la scena del nascente mercato del mobile. Poi sono stati spazzati via dalla concorrenza dei nipoti intelligenti, dei quali non hanno saputo tenere il passo.
Da ormai un decennio l’azienda finlandese, che cedette nel 2014 alla Microsoft la sua divisione di dispositivi mobili, non è più quella cosa lì. Il marchio in sé, anzi, è poi di nuovo passato di mano perché Microsoft l’ha girato alla Hmd global.
Eppure, nell’immaginario collettivo, soprattutto di chi ora sta verso gli “anta”, Nokia non ha mai cambiato pelle. Fa ancora rima con “cellulare”. Una associazione dura a morire e che porta Nokia, per la prima volta in sessant’anni di storia, a cambiare il suo logo: un nuovo biglietto da visita per prender le distanze dal suo glorioso passato.
La novità è stata annunciata alla vigilia del Mobile World Congress di Barcellona, partito lunedì per finire il 2 marzo. Nuovo design, dunque, e addio al vecchio colore blu: ci sarà una gamma di colori da usare a seconda delle circostanze. “C’era l’associazione con gli smartphone e oggi siamo una società di tecnologia aziendale”, ha detto intervistato dalla Reuters l’amministratore delegato, Pekka Lundmark.
Il suo mantra per centrare una crescita aggressiva nei prossimi anni è definito da una strategia in tre fasi: reset, accelerazione e bilanciamento. Le tecnologie e i servizi per il 5G sono ora il suo pane quotidiano. “Le aziende di ogni settore guardano alla digitalizzazione per migliorare l’efficienza, la flessibilità e la produttività in modo sostenibile. Le reti sono fondamentali per questa trasformazione e Nokia si trova in una posizione unica con il suo portafoglio di prodotti leader nelle tecnologie di rete fisse, mobili e cloud”, ha spiegato in una nota. Per “dare un segnale di questa ambizione, stiamo rinnovando il nostro marchio per riflettere chi siamo oggi: un leader dell’innovazione tecnologica B2B”.
Parlando con le agenzie finanziarie, Lundmark ha spiegato l’intento di incrementare il ruolo di fornitore di reti private di 5G, dalla vendita di apparecchiature a società di telecomunicazioni ad altre aziende. “L’anno scorso abbiamo registrato un’ottima crescita del 21% nelle imprese, che attualmente rappresenta circa l’8% del fatturato o 2 miliardi di euro all’incirca”, ha affermato. “Vogliamo portare questa percentuale in doppia cifra il più rapidamente possibile”.
Per ora, Lundmark ha guidato l’azienda fuori dalle sabbie mobili del giudizio “junk” da parte delle agenzie di rating. Il prossimo passo è recuperare marginalità.