Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato all’ospedale San Giovanni di Dio a Crotone, dove visiterà i superstiti del naufragio di Cutro. La folla ha applaudito a lungo il passaggio della sua auto. Più tardi andrà a rendere omaggio alle 67 vittime del naufragio avvenuto a Steccato di Cutro domenica mattina.
Attesa anche la Schlein, che ieri ha attaccato il ministro degli Interni Matteo Piantedosi chiedendone le dimissioni. Una giungla di competenze e l’assenza di un sos sarebbero i fattori di quella che si sta delineando come una grave carenza nella catena dei soccorsi. Cittadini e scuole stamane hanno già iniziato ad affollare la camera ardente al palazzetto dello sport di Crotone.
Cartelli di protesta dei cittadini fuori dalla camera ardente
I cartelli si accumulano sul cancello esterno. Chiedono giustizia, urlano indignazione. “Le persone in balia del mare si salvano. Assassini” è uno dei primi che siano stati attaccati. Altri li hanno portati oggi gli studenti delle scuole, gli attivisti, i semplici cittadini. “Se la nostra spiaggia di Steccato non ha accolto i vostri figli per la Vita, ma per la morte perdonateci”, scrivono le donne e madri di Steccato di Cutro. “Ogni vita persa così è un fallimento. Torniamo a essere umani”, si legge su un altro. I bambini della scuola Karol Wojtyla di Capo Rizzuto hanno scritto su un cartello verde: “Non si può morire così! Ognuno di noi avrebbe potuto fare di più”. E poi ci sono i fiori, i giocattoli, le candele che da domenica si accumulano fuori dal cancello e davanti ai feretri dei più piccoli.
(dalla nostra inviata Alessia Candito)
Scolaresche e cittadini affollano la camera ardente dei migranti
Stamattina è ripreso l’afflusso al palazzetto dello sport di Crotone, dove è stata allestita la camera ardente delle 67 vittime accertate del naufragio del barcone di migranti avvenuto domenica scorsa a Steccato di Cutro. Scolaresche e semplici cittadini stanno entrando al Palamilone per rende l’omaggio della città e testimoniare la vicinanza alle vittime.
L’ammiraglio della Guardia Costiera: “Salvare vite in mare era il nostro vanto, poi la politica ha fermato tutto”
L’ex portavoce della Guardia Costiera Vittorio Alessandro ricorda in un’intervista a Repubblica quante vite in mare abbiano salvato i suoi uomini, che oggi si ritrovano sul banco degli accusati per il mancato soccorso del barcone di Cutro. “Spingevamo le nostre motovedette anche oltre le 40 miglia. Poi hanno iniziato a chiamarci “taxi del mare”. E con il governo Conte sono cambiate le regole d’ingaggio”.
Be the first to comment