Count down: 1075 giorni all’inaugurazione dei Giochi di Milano-Cortina 2026. Dopo anni persi il governo finalmente è entrato in campo. Sono previsti 73 interventi (il dettaglio sul sito www.simico.it) , costi stimati di 2 miliardi 687 milioni, cifra che potrebbe ancora crescere. “Grande soddisfazione perché se avessimo ascoltato gufi e professionisti del no le Olimpiadi non sarebbero in Italia nel 2026, fortunatamente arriveranno milioni di turisti e miliardi di incassi. Milano, Cortina e l’Italia saranno all’attenzione di tutto il mondo, ci saranno Olimpiadi e Paralimpiadi che permetteranno anche di adeguare l’abbattimento di barriere architettetoniche”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini al termine della cabina di regia sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 che si è tenuta oggi a Venezia (è la seconda). “Stiamo correndo per realizzare in tempo utile tutti i cantieri, quindi strade, ferrovie, impianti sportivi: è una grande occasione per chi crede nel futuro, nelle grandi opere e
nell’innovazione”. “Sono ministro da 4 mesi e posso dire che stiamo sbloccando cantieri e progetti. Per quello che mi riguarda, nonostante gli anni di ritardo accumulati in precedenza, l’80% delle infrastrutture finirà in tempo utile”. “Stiamo lavorando per accrescere questa percentuale”, ha aggiunto Salvini, sottolineando che “se tutti avessero fatto il loro lavoro negli anni precedenti, sarei più tranquillo. Però non rimpiango il passato e dico che le Olimpiadi saranno un’eccezionale occasione di sviluppo non solo per Milano e Cortina, ma per tutta Italia. Se avessimo ascoltato i signori del no – ha concluso – non staremmo parlando di Olimpiadi o di Mose. Non parleremmo di nulla”. “L’Arena di Verona è un totem. È una pietra miliare il fatto di abbattere le barriere architettoniche in maniera esemplare, perché da lì deve partire un nuovo modello di accessibilità ai grandi monumenti pubblici, non solo per gli atleti ma anche per i cittadini e per i disabili. Confermo che lì faremo apertura delle Paraolimpiadi e chiusura delle Olimpiadi”. Lo ha detto oggi a Venezia il presidente del Veneto, Luca Zaia: “Sull’Arena non indietreggiamo di un millimetro. Adesso abbiamo dato mandato per un progetto di fattibilità, perché per ora abbiamo solo una lista della spesa”, ha concluso.
Da sciogliere ancora alcuni nodi. Oggi “abbiamo un incontro di cabina di regia” sulle Olimpiadi, “il vero tema di discussione è il ghiaccio; noi la nostra proposta ce l’abbiamo, cioè fare le gare a Rho Fiera e sono fiducioso che possa essere accettata. Ovviamente deve essere accettata anche dal Cio, sia chiaro”: lo ha detto in mattinata il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando delle gare di pattinaggio di velocità che spera di poter ospitare in città. Per il resto “io comincio a essere più positivo sul PalaItalia, dove il tema è solamente di costi lievitati, però mi pare che si stia trovando una soluzione e si andrà avanti in fretta – ha aggiunto – Il Villaggio olimpico invece è la cosa più avanti perché mi hanno confermato che per la fine di quest’anno arriveranno al tetto”. Dopo la rinuncia di Baselga di Pinè, si è fatta sotto Torino con l’Oval del Lingotto ma si sta andando in direzione della Fiera di Rho (vedi Spy Calcio del 24 febbraio). Oltre Sala è d’accordo anche il governatore lombardo Fontana. Decide fra un mese la Fondazione olimpica, presidente Giovanni Malagò e di cui fanno parte tutti gli stakeholders, con il consenso del Cio e della Federazione internazionale pattinaggio. Il Villaggio di Cortina da 1200 persone sarà montato e smontato senza aprire il capitolo espropri. Soddisfatto Malagò, “gli impianti sportivi sono la priorità delle priorità, le cose si stanno chiarendo”. E per Attilio Fontana “si finirà in tempo”: la luce dopo un lungo buio.
Marchetti (Uefa): ” Salary Cup o tetto spese per gli acquisti”
“E’ doveroso prendere in considerazione tutto, aprire gli occhi e pensare se ci sia spazio per introdurre un salary cup o un tetto per le spese dei trasferimenti”. Lo ha detto Giorgio Marchetti, vicesegretario generale dell’Uefa, a “Gr Parlamento-La politica nel pallone”, la trasmissione di Emilio Mancuso. “Prima dell’introduzione del Financial fair play la perdita aggregativa del calcio europeo era di 1,3-1,4 miliardi. Dopo, almeno prima del Covid, si è progressivamente assottigliata. Il trend è andato in controtendenza, non credo che questo regolamento non abbia prodotto nessun tipo di risultato”.