Lega di serie A, il progetto fondi rischia di affondare…

Tutti i club con Luigi De Siervo: ieri, il consiglio della pace. L’ad resta saldamente al suo posto, con tutte le sue prerogative a cominciare dai diritti tv e dalla Supercoppa. Lunedì 13 marzo assemblea di Lega: l’occasione giusta per confrontarsi anche se il nuovo bando, atteso con ansia dai presidenti (vedi Spy Calcio del 6 marzo) che sperano nel miliardo che li possa salvare, verrà pubblicato solo ad aprile-maggio (e non saranno affatto trattative facili con Dazn e Sky). De Siervo di tv ne capisce più di tutti, Casini sa muoversi nel mondo della politica. Litigare sarebbe assurdo. Ora, oltre ai diritti, bisognerà tornare a parlare dei Fondi di investimento, progetto che era stato abbandonato. Non si sa ancora se verrà scelta la strada di finanziatori o di soci. Si sa che fra banche internazionali e fondi si sono fatte avanti con la Lega Calcio in nove, con sette di interesse, da Jp Morgan o Golden Sachs, alla tedesca Deutsche Bank. L’ipotesi di finanziamento offerto sarebbe intorno a 1,35 miliardi di euro. Ma Gerry Cardinale, uomo d’affari americano, da un anno proprietario del Milan, sostiene che i fondi di private equity “carichi di capitali ma senza piani industriali”, sarebbe meglio non entrassero nel nostro calcio.

Ancora più netto Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli lanciatissimo a vincere lo scudetto: “Quando ci sono dei fondi sono perplesso perché il fondo è la morte del calcio perché è interessato a massimizzare il ritorno di investimento dei propri investitori nei successivi cinque anni. Il calcio invece è programmazione. Come il cinema”. Game over. Anche Claudio Lotito non ne vuole sapere. Il presidente di Rcs e del Torino, Urbano Cairo, sposa la linea del proprietario del Napoli, Aurelio De Laurentiis ,e di Gerry Cardinale, fondatore di RedBird, proprietario del Milan: i fondi non devono entrare in questo momento nella media company della Serie A.”Quando nel 2021 c’era la possibilità dell’ingresso dei fondi io ero favorevole perché il calcioera in un momento economicamente molto difficile – ricorda Cairo, a margine dell’annuncio del rinnovo triennale della sponsorizzazione di Banca Mediolanum sulla Maglia Azzurra del Giro d’Italia, quella del miglior scalatore -. Non che oggi siamo in un momento straordinario ma qualche miglioramento c’è stato. Sento dire da Cardinale che ci sono strade diverse per valorizzare il calcio:

io dico vediamo se ci sono delle alternative, ragioniamoci insieme. I nostri diritti tv sono un terzo della Spagna e – sottolinea – non dico nemmeno quanto più poveri della Premier League”. Non si sa che posizione terrannno gli altri club. In passato ci aveva provato il presidente Paolo Dal Pino: era a buon punto coi Fondi, sarebbero arrivati un paio di miliardi per il calcio italiano, ossigeno in tempo di crisi. Poi tutto era saltato: Juventus e Inter, prima favorevoli, avevano ritirato l’appoggio, forse attratti dalla sirena Superlega, e così Dal Pino aveva salutato tutti e si era trasferito in California, dove ora vive e lavora. Ci prova adesso Casini, ma rischia di non avere migliore fortuna. A parte lo scetticismo di alcuni club, come si è visto, è anche una questione di tempi. Ai club interessano i soldi dei diritti tv. Subito. Non possono permettersi di aspettare, visto come sono messi. Il progetto fondi rischia così di essere messo di nuovo in un cassetto.

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