Le auto elettriche non inquinano come quelle a benzina

Il 3 marzo il Consiglio dell’Unione europea, l’organismo che rappresenta i governi dei 27 Stati membri dell’Ue, ha deciso di rimandare l’approvazione definitiva del regolamento che dal 2035 vuole vietare la vendita di auto a benzina o diesel per ridurre le emissioni di CO2. La decisione è arrivata dopo che i governi di Germania, Italia, Polonia e Ungheria si sono opposti o hanno espresso perplessità sul provvedimento. Nel nostro Paese alcuni politici dei partiti della maggioranza di centrodestra hanno celebrato la notizia, sostenendo tra le altre cose che le auto elettriche non danno maggiori benefici per l’ambiente rispetto a quelle a benzina o diesel.

Questa posizione è stata espressa il 3 marzo in televisione anche da Franco Bernabè, ex amministratore delegato di Eni e attuale presidente del consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia. Ospite a Otto e mezzo su La7, Bernabè ha detto (min. -21:15) che «l’auto elettrica ha un footprint di carbonio che non è inferiore a quello dell’auto a motore termico», ossia ha un impatto ambientale in termini di emissioni uguale (se non superiore) a quello delle auto a benzina o diesel.

Le cose però non stanno così. Secondo la maggior parte delle ricerche più aggiornate, le auto elettriche inquinano meno di quelle a benzina e diesel lungo tutto il loro arco di vita, dalla produzione allo smaltimento, passando per il loro utilizzo. Le stime variano su quanto inquinano di meno, dal momento che i risultati cambiano a seconda dei metodi di calcolo usati dai ricercatori, dalle loro assunzioni, dai modelli di veicolo analizzati, dai Paesi presi in considerazione e dagli sviluppi tecnologici attuali e futuri.

Che cosa dice l’Iea

Quando si parla di energia, una delle fonti più autorevoli e affidabili a livello internazionale è l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea, International energy agency), un’organizzazione fondata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) negli anni Settanta. Periodicamente l’Iea realizza report e ricerche statistiche sul mercato energetico mondiale. A maggio l’agenzia ha pubblicato il Global EV Outlook 2022, un rapporto che ogni anno fa il punto sullo sviluppo del mercato internazionale dei veicoli elettrici (electric vehicles, da qui la sigla “EV” del titolo). Secondo l’Iea, le auto elettriche permettono di ridurre «nell’ordine del 50 per cento» le emissioni di gas serra, responsabili dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico, rispetto alle auto a combustione interna, come quelle con i motori a benzina o diesel. Questa riduzione è stata calcolata prendendo in considerazione tutte le fasi di produzione, utilizzo e smaltimento dell’auto elettrica. Qui rientrano per esempio le emissioni prodotte per la realizzazione della batteria o quelle prodotte per generare l’energia elettrica, poi utilizzata dalle auto per spostarsi, ma anche le estrazioni minerarie per ottenere i materiali e la produzione delle componenti.

Queste conclusioni, già contenute nei rapporti del 2019, 2020 e 2021, sono state indagate più nel dettaglio dall’Iea in una ricerca pubblicata a maggio 2021, dedicata al ruolo di alcuni minerali nella transizione ecologica. Secondo i calcoli dell’agenzia, è vero che le auto elettriche generano più emissioni di gas serra nella prima fase, quella della loro produzione, rispetto alle auto tradizionali. Questo è dovuto in particolare alla produzione delle batterie, che richiede l’estrazione di alcuni minerali particolari. Ma successivamente le emissioni delle auto elettriche restano più basse rispetto a quelle delle auto a benzina e diesel, che lungo l’arco di vita di un veicolo sono superiori principalmente a causa del consumo di combustibili fossili.

Nel suo Global EV Outlook 2022 l’Iea ha sottolineato che se anche in futuro dovesse aumentare la dimensione della batteria delle auto elettriche o dovesse cambiare la sua composizione chimica, in ogni caso le stime più aggiornate dicono che i benefici delle auto elettriche lungo il loro arco di vita continueranno a crescere, dal momento che molti Paesi stanno aumentando la quota di energia prodotta con fonti rinnovabili.

Che cosa dicono gli altri studi

Esistono altre ricerche pubblicate negli ultimi anni che mostrano un minore impatto ambientale delle auto elettriche rispetto a quelle a benzina o diesel. Queste conclusioni sono state argomentate dagli studiosi su riviste scientifiche (qui e qui, per citare un paio di esempi), da agenzie governative (come quella per la Protezione ambientale degli Stati Uniti), da centri studi o centri di ricerca indipendenti (come l’International council on clean transportation), da altre società di consulenza, da siti di divulgazione scientifica o dalle stesse case automobilistiche su singoli modelli (si vedano per esempio i casi di Volvo e Mercedes). Anche il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili ha scritto in un rapporto ad aprile 2022 che le auto elettriche hanno una maggiore capacità di abbattimento delle emissioni lungo il loro ciclo di vita rispetto alle auto tradizionali.

Negli ultimi anni uno dei report più completi e citati è stato realizzato nel 2020 per la Commissione europea dalla Ricardo plc, una società di consulenza ambientale con sede nel Regno Unito. Questa azienda – in collaborazione con E4tech, un’altra società di consulenza, e con l’Istituto per l’Energia e la ricerca ambientale (Ifeu), con sede in Germania – ha analizzato oltre 350 pubblicazioni dedicate alla valutazione del ciclo di vita dei veicoli elettrici (in inglese life cycle assessment, Lca). Secondo il report, lungo oltre 450 pagine, un veicolo di medie dimensioni alimentato solo con una batteria elettrica genera emissioni più basse del 55 per cento rispetto a un’auto a benzina e del 47 per cento rispetto a un’auto diesel. Anche in questo caso sono state considerate le fasi che vanno dalla produzione allo smaltimento. Nel 2021 Ricardo ha realizzato una pubblicazione simile per il governo del Regno Unito, arrivando a conclusioni dello stesso tipo. Gli autori della ricerca hanno comunque sottolineato i limiti del loro lavoro, che in generale riguardano però un po’ tutti gli studi sul ciclo di vita dei veicoli, dal momento che richiedono una metodologia complessa e una serie di assunti su quello che potrebbe succedere in futuro.

Un’altra ricerca sulla valutazione del ciclo di vita delle auto elettriche è stata pubblicata nel 2020, e poi aggiornata nel 2022, da Transport & Environment (T&E), un gruppo di organizzazioni non governative europee che promuovono la mobilità sostenibile. Secondo i calcoli di T&E (qui è possibile approfondire la metodologia utilizzata), è vero che la produzione di auto elettriche richiede maggiori emissioni di quella delle auto a benzina o diesel a causa della realizzazione delle batterie. Lungo l’intero arco di vita, però, nell’Ue le emissioni legate a un’auto elettrica sono più basse tra il 37 per cento e l’83 per cento rispetto a un’auto con un motore a combustione interna.

Questa ampia forbice nelle stime dipende da come viene prodotta l’energia elettrica nei singoli Paesi dell’Ue. Per esempio i benefici più bassi riguardano un’auto elettrica con batteria prodotta in Cina e usata in Polonia, dove il 40 per cento circa dell’energia è ancora prodotta con il carbone. I benefici maggiori si avrebbero per le auto elettriche con una batteria non prodotta in Cina, ma per esempio in Svezia, e usate in Paesi dove la maggior parte dell’energia è prodotta da fonti rinnovabili.

T&E ha pubblicato anche un calcolatore online dove è possibile confrontare le emissioni di CO2 di vari modelli di auto elettriche con quelli a benzina o diesel, scegliendo il Paese di utilizzo. Altri strumenti online mostrano conclusioni simili, come il Carboncounter sviluppato dal Massachussets Institute of Technology (Mit) di Boston o quello sviluppato dal Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti. Qui basta inserire l’anno di acquisto del proprio veicolo, il modello e il codice postale dell’area di residenza per conoscere le emissioni dell’auto elettrica sulla base di come è prodotta l’energia per alimentarla.

Il dibattito sulle batterie

Sul tema delle batterie negli ultimi anni si è acceso un ampio dibattito. Nel 2019 il ricercatore della Eindhoven University of Technology Auke Hoekstra ha pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Joule in cui ha spiegato gli errori più frequenti commessi da chi ritiene che le batterie rendano le auto elettriche inevitabilmente peggiori delle auto a benzina o diesel.

Secondo Hoekstra, spesso alcuni ricercatori sovrastimano le emissioni nelle fasi di produzione delle batterie; sottostimano la durata in anni delle batterie e il loro riciclo (sulle prospettive di «grande interesse strategico» ha scritto ad aprile 2022 anche il Ministero delle Infrastrutture italiano); dimenticano che con il passare del tempo l’energia viene sempre più prodotta con fonti rinnovabili; spesso usano per le auto a benzina e diesel i dati sui consumi comunicati dalle case automobilistiche, a volte poco attendibili; e dimenticano che la produzione e il trasporto della benzina e del diesel generano emissioni.

Nel 2019 l’Istituto svedese di ricerca ambientale (Ivl) ha aggiornato le stime prodotte un paio di anni prima per l’Agenzia dell’energia svedese – tra le più utilizzate nella letteratura scientifica – sulle emissioni di CO2 e non solo generate nella produzione di batterie. Secondo l’Ivl, rispetto alle stime precedenti, le emissioni si sono all’incirca dimezzate, in media, grazie al progresso tecnologico, al fatto che le batterie sono sempre più prodotte su larga scala e con l’uso di energia da fonti rinnovabili. Come spiega un comunicato dell’Ivl, esistono comunque ancora incertezze sulle stime precise e per questo motivo serviranno sempre nuovi studi e dati aggiornati.

 

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