Dopo la sconfitta dell’Inter contro il Bologna, la settima in questa stagione di campionato, l’amministratore delegato nerazzurro Beppe Marotta ha deciso di parlare pubblicamente. Lo ha fatto in una lunga intervista rilasciata a Sky, in cui ha fatto il punto della situazione e ha dato un’indicazione chiara ai calciatori e al tecnico Simone Inzaghi: “L’Inter vince grandi partite, anche in Europa, poi in campionato perde o pareggia sfide che sarebbero alla sua portata. La terapia dev’essere individuata dall’allenatore insieme ai giocatori. Il club ha il compito di supportare, ma senza creare alibi. Dopo la sconfitta di ieri siamo qua a chiedere ad allenatore e giocatori ancor più concentrazione e motivazione, per non perdere l’obiettivo di questa stagione, che è la qualificazione alla Champions”.
Una stagione agrodolce
Guardando al percorso fatto dall’Inter dall’inizio del biennio di Conte, Marotta ha commentato: “Nella stagione 2019/20 abbiamo fatto una finale di Europa League e siamo arrivati secondi in campionato. L’anno successivo abbiamo vinto lo scudetto. Nelle ultime due stagioni abbiamo vinto una Coppa Italia e due Supercoppa e siamo secondi in Serie A. La performance dell’Inter è quindi la migliore in Italia nelle ultime quattro stagioni”. Ma subito ha riportato il discorso all’oggi: “Pensare al passato ha poco senso. La stagione in corso ha un sapore agrodolce, è in chiaroscuro. Siamo protagonisti in Champions League e in Coppa Italia e abbiamo vinto la Supercoppa. Ma quella che è forse la manifestazione più importante è il campionato, in cui abbiamo una discontinuità di risultati. E credo che un club per essere grande debba avere continuità. “Lo sport è bello perché oltre alla tecnica e alla tattica, ci sono le motivazioni. In queste partite non c’è l’approccio che ci doveva essere. Questo credo sia il fattore su cui dovevamo lavorare. Inzaghi è bravo a capire quali sono i giocatori migliori da impiegare in ogni momento. Spetta a lui decidere il turnover. Dobbiamo eliminare le performance negative negli appuntamenti alla nostra portata”.
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La fiducia a Inzaghi
Marotta ha ribadito fiducia al tecnico Simone Inzaghi, chiamato ad allenare i nerazzurri nell’estate del 2021. Ma ha lasciato capire che la sua non è una delega in bianco. L’obiettivo minimo resta la qualificazione Champions: “La fiducia nei confronti di Inzaghi non è mai venuta meno. Oggi è difficile vincere ed essere competitivi. Noi lo stiamo facendo. Oggi, dopo la sconfitta di Bologna, emerge un elemento su cui lavorare: la discontinuità, soprattutto quando la squadra affronta avversari nettamente alla portata. È su questo che squadra e allenatore devono trovare rimedi. Considerato che Inzaghi è un giovane professionista molto bravo, in cui crediamo, e che sta facendo un ottimo lavoro, è normale che ci siano anche gli avversari. Noi lo scorso anno abbiamo condotto in testa per tre quarti di campionato, poi siamo scivolati sulla buccia di banana della fatal-Bologna. È normale che quest’anno troviamo un Napoli straordinario, che sta battendo ogni record, che sta facendo una cavalcata trionfale e merita di vincere lo scudetto, che ha per metà o tre quarti già in tasca. Ma per il resto stiamo gareggiando in altre due competizioni oltre al campionato e dobbiamo farlo con la massima concentrazione”.
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Una questione di testa
L’amministratore delegato ha analizzato l’andamento ondivago dell’Inter in campionato: “Sul fatto che l’Inter vinca grandi partite – come i due derby, la sfida col Napoli e quella col Porto – e poi pareggi o perda gare sulla carta abbordabili in campionato, Marotta ha commentato: “Avevamo dodici punti a disposizione con Empoli, Bologna, Sampdoria e Monza e ne abbiamo totalizzati solo due. Contro le cosiddette squadre provinciali, che con rispetto parlando hanno un valore oggettivo inferiore al nostro, abbiamo ottenuto due punti”. Ed è arrivato alla conclusione che servono energia e motivazione: “Colgo l’occasione per spronare i giocatori, che sono ottimi professionisti, e per motivare ancor più l’allenatore. Questa è la volontà della proprietà, che attraverso questa mia intervista vuole comunicare con il mondo interista. Non dimentichiamoci che come club abbiamo l’obbligo di regalare grandi emozioni ai nostri impagabili tifosi. L’applicazione che i giocatori hanno dimostrato finora dev’essere ancora più forte. Nella Serie A di oggi anche le provinciali possono dare grandissime difficoltà, e per questo non bisogna sottovalutare nulla. Gli avversari si sono molto emancipati e rafforzati”.
Bravo Lautaro, Lukaku chissà
Il numero uno di via della Liberazione ha parlato poi dei due attaccanti simbolo di questa era interista. Anzitutto di Lautaro Martinez e delle dure parole che ha speso dopo la sconfitta di Bologna: “Le parole di Lautaro le ho molto apprezzate. Significa avere un grande senso di appartenenza. La sua è una dichiarazione d’amore. Era rammaricato ma pieno di voglia di fare. Serve ora un confronto schietto, preciso e sereno fra squadra, che è forte, e allenatore, che è bravo. Abbiamo una tifoseria estremamente partecipe. Se guardiamo i dati c’è poi una discrepanza fra i punti fatti a San Siro e quelli fatti in trasferta”. Parole da capitano. Ma Marotta sul punto ha frenato: “Trovo sia prematuro dire se Lautaro possa essere il capitano del futuro. La fascia ha al suo interno valori importanti. E quando c’è la condivisione di questi valori da parte del giocatore chiamato a indossarla, significa che quella è la scelta migliore. Ci sono logiche da rispettare, ma rispettiamo Lautaro, che ha dimostrato di essere attaccato alla maglia come lo sono tutti gli altri”. Quanto al futuro di Lukaku, in prestito annuale dal Chelsea, Marotta ha detto: “Oggi è prematuro parlare del futuro di Lukaku. Dobbiamo finire la stagione nel migliore dei modi, poi si ragionerà sulla squadra dell’anno prossimo. Il nostro direttore sportivo Piero Ausilio sta lavorando in modo molto concreto, per modificare ruoli e giocatori per la nostra causa. Registriamo il fatto che Lukaku abbia manifestato la volontà di proseguire con noi. Ma oggi è un giocatore del Chelsea. Il 30 giugno prossimo rientrerà da loro, in termini di tesseramento. A quel punto si aprirà uno scenario nuovo e vedremo cosa fare. Sicuramente conoscendolo vedremo se ci sarà la possibilità di un suo futuro con noi”
La difficoltà di rinnovare i migliori
Più in generale, guardando alla prossima stagione, Marotta ha affrontato la questione dei rinnovi di contratto: “Oggi in Italia le difficoltà di rinnovare i contratti in scadenza sono maggiori rispetto al passato recente. La concorrenza dei club esteri è più forte dal punto di vista negoziale. Non dobbiamo mai dimenticare il concetto di sostenibilità, che garantisce alla storia di ogni club di avere lunga vita. Ci sono alcuni giocatori in scadenza a fine stagione. Per altri come Bastoni e Calhanoglu la scadenza è più avanti. Dal punto di vista del cuore sarebbero tutti da confermare. Ragionando razionalmente, bisogna fare delle scelte. Stiamo lavorando in modo che anche l’anno prossimo la squadra sarà competitiva”.
Troppi occhi in campo
Tornando sulle tensioni in campo che hanno riguardato Lukaku e Barella a Genova, poi Onana e Dzeko contro il Porto, l’amministratore delegato dell’Inter ne ha fatto più che una questione di tecnologia, più che di nervosismo: “Rispetto al passato, oggi ci sono venticinque telecamere che vivisezionano tutto quello che avviene in campo. Le dinamiche sono le stesse rispetto al passato. Posso garantire che nello spogliatoio ci sono armonia e compattezza. Tutti si stimano e remano dalla stessa parte, altrimenti non saremmo qui e avremmo preso provvedimenti differenti” Infine, Marotta ha voluto ringraziare la proprietà del club: “Concludo ringraziando la proprietà, che ha ricevuto tante critiche ma devo dire che a oggi non ha fatto mancare niente. Ed è un aspetto importante. La cultura dell’alibi galoppa nel mondo dello sport. Siamo puntuali nei pagamenti, attenti a tutto, supportiamo l’attività sportiva, grazie alla proprietà che è alle nostre spalle. Ci aspettiamo di portare a casa qualche trofeo importante. Ci sono in ballo due trofei: la Champions, grandissimo, e quello meno importante, la Coppa Italia. Intanto dovremo onorare la maglia fino in fondo. Se gli altri saranno più bravi, toglieremo il cappello e faremo loro i complimenti. Altrimenti, starà a noi recitare un ruolo da protagonisti fino in fondo”.