Avrebbe dovuto solo chiedere scusa. Sarebbe bastato, forse, per riconquistare un briciolo di credibilità. E in fondo di dignità: politica e personale. Il ministro della salvezza mancata avrebbe potuto ammettere che qualcosa non ha funzionato, nella catena di comando, in quella maledetta notte del 25 febbraio. Che le operazioni di soccorso non sono partite in tempo perché è stato sottovalutato il pericolo che stavano correndo i centocinquanta disperati in balia delle onde.