CROTONE – Circa 150 persone, donne e bambini costretti a viaggiare stipati nella stiva di un vecchio caicco, potevano uscire solo per respirare. Fino al dramma del naufragio. È un racconto shock quello che traspare dai verbali dell’inchiesta sul naufragio del caicco di migranti che si è schiantato contro una secca a Steccato di Cutro, nel Crotonese. Due scafisti, riferisce un testimone, “gestivano la folla, ci facevano salire per respirare per poi farci scendere sotto la barca”. Il sopravvissuto descrive “un turco che aveva un tatuaggio sullo zigomo di destra”, “non guidava ma dava ordini agli altri componenti dell’equipaggio. Lui era sempre seduto. Poi c’erano due pakistani, uno che era quello che ha gestito lo spostamento da Izmir (Smirne, ndr) alla prima barca”, dice il superstite sentito dalla Polizia giudiziaria.
“Il motore ha iniziato a fare fumo…”
“Circa quattro ore prima dell’urto della barca è sceso nella stiva uno dei due pakistani e ci ha detto che dopo tre ore saremmo arrivati a destinazione. Lui si è ripresentato un’ora prima dello schianto dicendoci di prendere i bagagli e prepararci a scendere che eravamo quasi arrivati. All’improvviso il motore ha iniziato a fare fumo, c’era tanto fumo e puzza di olio bruciato”. E a un tratto “la barca si è spezzata, ha iniziato a entrare acqua ovunque.
A quel punto è il panico. “La gente iniziava a soffocare e salire su, tutti gridavano aiuto”, mentre gli scafisti scappano: a: “Ho visto che il siriano e due turchi hanno gonfiato un gommone e sono scappati. Non ho visto cosa ha fatto il turco con il tatuaggio sullo zigomo perché ho pensato di mettere in salvo mio nipote”, si legge nel verbale.
Il conto dei corpi ritrovati
Salgono a 64 le vittime accertate della tragedia di domenica all’alba sulla costa ionica della Calabria. Stamattina il mare ha restituito il corpo di un uomo, proprio sulla spiaggia di Steccato di Cutro, a poca distanza dal luogo del naufragio. I cadaveri ancora in mare potrebbero essere molti di più rispetto ai corpi rinvenuti: sul caicco salpato da Smirne mercoledì 22 c’erano infatti tra le 150 e le 180 persone.
Le ricerche proseguono anche oggi. A breve riprenderà “l’operatività alternata del dispositivo di oggi – come spiega la prefettura – mediante l’impiego di un elicottero dei Vigili del fuoco e uno della Guardia di Finanza”.
L’ultimo saluto alle salme
Oggi a mezzogiorno nel Palasport di Crotone, inoltre, sarà aperta la camera ardente per permettere ai parenti e alla popolazione di rendere omaggio alle vittime di questa tragedia, il secondo peggior naufragio di profughi dopo quello del 2013 a Lampedusa.