Per ventiquattr’ore il cadavere carbonizzato di un clochard è rimasto abbandonato sotto i resti della sua baracca divorata da un incendio, di fronte all’ingresso del Cpr di via Corelli. Il rogo era scoppiato nella notte tra sabato e domenica ed era stato domato dai Vigili del fuoco che, insieme ai carabinieri del Nucleo radiomobile, avevano perlustrato la zona – quella sotto il viadotto della Tangenziale Est, dove i rifugi di senzatetto si moltiplicano nei mesi invernali – senza notare resti di presenze umane.
Sono stati altri clochard, che probabilmente conoscevano la vittima, a fermare una pattuglia dell’Esercito (una di quelle che presidiano i muri esterni del Centro di permanenza per il rimpatrio) alle 21 di domenica e a segnalare la presenza di un cadavere. Sono intervenute le volanti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura e quelle del commissariato Lambrate, oltre agli specialisti della sezione Omicidi della Squadra mobile e a quelli della Scientifica per i rilievi. Il morto non aveva documenti con sé. Avrebbe origini maghrebine, secondo le testimonianze di chi lo ha ritrovato.
L’incendio sarebbe divampato da un falò di fortuna, che avrebbe surriscaldato e fatto esplodere una bombola del gas utilizzata per alimentare un fornelletto da campeggio utilizzato nella baracca. E sarebbe stato questo scoppio a investire e uccidere il clochard, prima che le fiamme divorassero il suo corpo. Saranno i poliziotti del commissariato Lambrate a chiarire gli ulteriori contorni della vicenda ed a provare a dare un’identità alla vittima.
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