PECHINO – Cielo nebbioso a Pechino. Aria “moderatamente inquinata” mostra l’app sul telefonino. Polizia in forze attorno a Piazza Tiananmen. Nella Grande Sala del Popolo si sono aperti i lavori dell’Assemblea nazionale, il massimo organo legislativo della Repubblica Popolare cinese. Tocca al premier uscente, Li Keqiang, inaugurare la sessione che terminerà il 13 marzo e che darà risposte sulla strada che la Cina ha intenzione di intraprendere in questo 2023 e nel quinquennio a venire.
Crescita prevista al 5%
Davanti ai quasi 3mila delegati di questo “parlamento” con caratteristiche cinesi, Li annuncia subito il dato più atteso: quello sulla crescita. Fissata per quest’anno “attorno al 5%”. Dato sotto le aspettative, ma che, se raggiunto, sarà superiore rispetto al risultato dello scorso anno quando la Cina crebbe del 3%: uno dei risultati peggiori degli ultimi decenni, a causa delle continue chiusure per il Covid, della crisi immobiliare e dell’indebolimento della domanda interna. “La ripresa economica interna non è solida, gli investimenti privati sono ancora deboli e permangono rischi nel mercato immobiliare e nelle piccole istituzioni finanziarie”, dice il premier. Stabilità economica uno dei punti principali del discorso di Li che annuncia anche la creazione di 12 milioni di posti di lavoro (un milione in più rispetto all’obiettivo annunciato lo scorso anno) e un tasso di disoccupazione urbana che il governo vuole mantenere intorno al 5,5%.
In poco meno di un’ora di discorso, Li afferma che la Cina ha ottenuto una vittoria sulla pandemia di coronavirus, ma non c’è alcun accenno alla dura politica zero-Covid di Pechino, abbandonata in fretta lo scorso dicembre. I pochissimi giornalisti ammessi hanno dovuto comunque sottostare ad una quarantena di mezza giornata e sottoporsi a tampone. Tranne i leader sul podio, in sala tutti i delegati indossano la mascherina.
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Sale ancora la spesa militare
Come previsto continuerà a crescere la spesa militare, in linea con gli aumenti degli anni passati. Per questo 2023 l’aumento del budget sarà del 7,2% (quasi allo stesso ritmo del 2022: l’anno scorso fu del 7,1%) pari a 223 miliardi di euro. L’Esercito Popolare di Liberazione, dice Li, dovrebbe intensificare “l’addestramento militare in tutti i settori” per aumentare la preparazione al combattimento. “Dovremmo fare in modo che le operazioni militari, lo sviluppo delle capacità e la preparazione al combattimento siano ben coordinate nell’adempimento dei compiti principali e accelerare l’attuazione dei principali progetti legati alla difesa”.
Il bilancio ufficiale della Cina potrebbe essere in realtà sottostimato. L’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma ha valutato in quasi 300 miliardi di dollari la spesa che la Cina ha sostenuto per le sue forze armate nel 2021. Il budget cinese resta in ogni caso ben lontano da quello degli Stati Uniti: gli Usa aumenteranno la loro spesa a 816,7 miliardi di dollari in questo 2023. L’obiettivo di Xi è quello di una “forza di livello mondiale” entro il 2027, centesimo anniversario dell’Esercito.
“Misure risolute” contro l’indipendenza di Taiwan
Tocca poi alla questione Taiwan. Il governo deve promuovere lo sviluppo pacifico delle relazioni e portare avanti un processo di “riunificazione pacifica”, afferma Li. Aggiungendo che la Cina adotterà misure risolute per opporsi all'”indipendenza di Taiwan” e promuovere la riunificazione. Linguaggio invariato rispetto alle ultime dichiarazioni pubbliche della leadership comunista. “Poiché noi cinesi su entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan siamo una famiglia legata dal sangue, dovremmo far progredire gli scambi economici e culturali e la cooperazione attraverso lo Stretto e migliorare i sistemi e le politiche che contribuiscono al benessere dei nostri compatrioti taiwanesi”, spiega Li.
Il premier afferma inoltre che la Cina dovrebbe puntare a costruire l’autosufficienza nella scienza e nella tecnologia: temi molto cari al segretario comunista Xi Jinping.
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Li Qiang sarà il nuovo premier
Dopo essersi aggiudicato lo scorso ottobre al Congresso del Pcc la carica di segretario generale per la terza volta consecutiva, Xi Jinping si appresta a ricevere formalmente al termine dei lavori dell’Assemblea anche quella di presidente della Repubblica.
In questi otto giorni ci sono da approvare anche i nuovi ministri e altri alti funzionari in ruoli chiave (come ad esempio il governatore della banca centrale). E ci sarà un nuovo premier: Li Keqiang lascerà il posto a Li Qiang, nuovo numero due nel Comitato permanente del Politburo. Quello di oggi è stato l’ultimo discorso di Li: dopo essere stato spesso in questi anni eclissato da Xi, ora probabilmente sparirà dalla scena politica come altri leader cinesi in pensione.
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