L’Italia va allo scontro con Bruxelles sullo stop europeo alle auto a diesel e benzina, previsto a partire dal 2035, secondo il cronoprogramma fissato nel regolamento europeo che è stato approvato in via definitiva dal Parlamento europeo lo scorso 14 febbraio, dopo l’intesa di novembre.
Ad annunciare battaglia è una nota ufficiale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) di Gilberto Pichetto Fratin.
L’annuncio del voto contrario
“Domani a Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035″, dice la nota. “Pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, l’Italia sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo”.
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La spinta per i biocarburanti
Il ministero aggiunge un dettaglio ulteriore: “L’Italia ritiene inoltre – questa la posizione che verrà espressa – che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali”.
In sostanza si chiede una “razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali e con una più graduale pianificazione dei tempi”.
“L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici”- afferma il ministro Pichetto – “contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.
Una linea che il ministro aveva messo nero su bianco già in occasione del voto all’Europarlamento. Mentre il ministro Salvini parlava di “decisione folle e sconcertante”, Pichetto Fratin anticipava che il governo avrebbe seguito “due direttrici: da un lato promuovere una maggiore gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli, dall’altro spingere al massimo nella produzione dei biocarburanti, che rappresentano una filiera pulita che consentirebbe di mantenere l’attuale impostazione del sistema produttivo dell’automotive”.