Si tende a pensare che i tumori siano una malattia moderna. Ma la paleontologia ha una storia ben diversa da raccontare. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Witwatersrand ha identificato il primo tumore maligno in un ominide del Sudafrica, databile fra 1,6 e 1,8 milioni di anni fa. E sempre di un osteosarcoma è la diagnosi svolta su un Centrosaurus apertus, un cugino erbivoro del più grande Triceratops, vissuto fra i 76,5 e 75,5 milioni di anni fa.
Potendo lavorare su resti fossili, è più che normale che ci siano rimaste le testimonianze solo di tumori ossei. Ma questo non vuol dire che fossero gli unici, così come non possiamo dire se si trattava di un cancro metastatico che aveva raggiunto già altre parti del corpo.
Da quello che ci dicono i suoi resti, il paziente era quasi certamente terminale, ma l’esemplare in questione non è morto a causa del cancro bensì di una tempesta tropicale, insieme a gran parte della sua mandria. Ma sicuramente colpisce la certezza che un tumore maligno così raro, diagnosticato a circa 25.000 persone all’anno in tutto il mondo, arrivi da così lontano.
Da decenni i paleontologi studiano antiche malattie e lesioni utilizzando i fossili, tanto che oggi esiste un nuovo campo di ricerca in rapida crescita volto a diagnosticare le malattie dei dinosauri e di altri animali estinti per avere nuove armi per sconfiggere le malattie moderne. “Abbiamo scoperto che le malattie che affliggevano i dinosauri hanno essenzialmente lo stesso aspetto di quelle che colpiscono gli umani o altre creature”, conferma Bruce Rothschild del Carnegie Museum of Natural History della Pennsylvania. Ecco perchè è così importante capirne l’evoluzione.
La caccia alla diagnosi di cancro alle ossa di un dinosauro è iniziata quando David Evans, paleontologo dell’Università di Toronto e curatore del Royal Ontario Museum in Canada, ha incontrato Mark Crowther, ematologo della facoltà di medicina della McMaster University. E i due si sono resi conto che potevano usare la loro esperienza combinata per fare ricerca insieme. Oggi il team è composto da otto esperti e sta utilizzando ogni mezzo a disposizione per confermare diagnosi sui loro pazienti che hanno qualcosa come 77 milioni di anni.
Oltre ai tumori ossei, gli scienziati hanno trovato la prima prova di artrite settica nel gomito di un adrosauro, un’infezione parassitaria aviaria chiamata tricomonosi che provoca effetti simili negli uccelli moderni, un’infezione respiratoria in un sauropode e decine di altre lesioni insolite ancora da studiare. “Poiché abbiamo informazioni così limitate e non possiamo fare affidamento a nessuno dei test medici che oggi conosciamo, dobbiamo essere dei MacGyvers e fare tutto il possibile con i pochi indizi a nostra disposizione – conclude Jennifer Anné del Children’s Museum di Indianapolis -. L’osso è di solito una delle parti meno studiate della biologia, mentre in paleontologia tutto ciò che abbiamo sono le ossa e potrebbero essercene un sacco che hanno malattie appena visibili che nessuno penserebbe nemmeno di guardare”.
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